Ogni volta che si tenta il racconto di un episodio del passato si compie un’operazione di recupero dell’inesistente. In questo lavoro non esiste solo la bidimensionalità cronologica, ma anche quella tonale, se al buio, all’ombra si contrappone la luce. E'quella sovrastante i bambini che l’immaginario del racconto fotografico riconosce negli alberi, ora in fila ora isolati, radicati alla terra eppure protesi verso l’alto. Gli alberi-bambini, nella loro immersione nel paesaggio, diventano i custodi silenziosi di una memoria che resiste, testimoni di un tempo che smette di essere lontano.